Continuano i gemellaggi delle società sportive
28/04/2025
Orpas, Ascot Triante, Virtus Bovisio, Spes e SDS Cinisello, hanno scelto di ritrovarsi a più di 6.000km di distanza da casa. Avete capito bene, è proprio così. Sono partite il 17 aprile per Yaoundé, capitale del Camerun, per andare ad ufficializzare loro gemellaggi all’interno del progetto di volontariato sportivo internazionale di CSI per il Mondo. Sono stati dieci giorni indimenticabili in Africa. In rappresentanza delle società coinvolte sono partiti i presidenti di Orpas, Luca Traverso, e Ascot, Gianluca Meneghini. Con loro anche due giovani come Marzia, diciannovenne della Virtus Bovisio, ed Emanuele, ventunenne della Spes. Il gruppo ha visto anche la presenza di Sara, dell’SDS Cinisello, ormai una certezza nella sua seconda missione in Camerun. Con loro anche Rosanna sempre dell’Orpas, Franco e Carmelo sempre di Ascot.
La missione è andata molto bene e ci lascia davvero soddisfatti. In dieci giorni abbiamo incontrato due Vescovi, l’Ambasciatore italiano, una senatrice camerunense, la Conferenza Episcopale Camerunense e numerose suore e missionari. Abbiamo girato per quartieri periferici per lo più nella foresta, caratterizzati da una grandissima fragilità e vulnerabilità. Orpas e Virtus Bovisio hanno siglato il loro gemellaggio con la realtà di Mvog Ada, un quartiere di Youndé caratterizzato da estrema povertà e precarietà da ogni punto di vista tanto che è davvero difficile poterlo raccontare. L’Ascot Triante da Monza ha stretto il suo gemellaggio con la realtà di Emounbo, mentre l’ SDS Cinisello con Ntui, villaggio della diocesi di Obala dove c’è un prete, Pierre Marie, africano che conosce il CSI da 10 anni . La Spes ha stretto alleanza con il collegio femminile Cepad.
Raccontare un viaggio così è impossibile, non ci proviamo nemmeno, bisogna provarlo. Guidati da Francis, presidente del CSI Camerun, abbiamo macinato chilometri su un pulmino sgangherato, nel traffico e sulle strade di terra rossa di questo cuore dell’Africa.
Vale la pena ricordare che non si tratta degli unici gemellaggi già attivi.In Bangladesh è presente l’Osa Sesto, e proprio tra pochi giorni torneremo da Padre Almir nella sua nuova missione con Valentina Piazza e Stefano Proserpio, che terranno un corso di formazione allenatori e programmeranno le prossime iniziative. In Madagascar c’è invece la Linea Verde insieme al Santa Cecilia. In Zambia prosegue il gemellaggio del Vittoria Junior a Lusaka. In Congo il CSI Vallecamonica è ancora collegato con la diocesi di Panzi.
In questi mesi, i nuovi giovani volontari si sono formati per partire poi in missione verso Camerun e Burundi, ed è un successo che ci riempie di gioia pensando a come, 13 anni fa, tutto questa idea sembrasse una follia. Oggi è qualcosa che prosegue sistematicamente e cresce coinvolgendo sempre più società sportive. Ora è un momento decisivo: costituiremo una fondazione per diventare definitivamente un soggetto di cooperazione internazionale.
Questo progetto, a volte, ci restituisce molto di più di quel che diamo consentendoci di vivere un’esperienza di arricchimento e cambiamento personale senza pari. Tutto questo, mentre portiamo bellezza e bene in luoghi alle periferie del mondo, dove i più piccoli hanno bisogno di speranza e prospettive, e i villaggi di trovare un riferimento importante. Lo sport può fare tutto questo, e noi ci siamo. Oltre alla missione in prima persona, anche il gemellaggio è un’opportunità preziosa per una società sportiva, un modo per crescere, per aprirsi al mondo, per coinvolgere la propria comunità.
Ora il sogno più grande che abbiamo è quello di tornare ad Haiti, da dove tutto è partito e dove abbiamo lasciato un pezzo grande del nostro cuore. Lì c’è un CSI haitiano che ci aspetta ormai da oltre quattro anni, ma le condizioni instabili del paese in mano alle bande armate, ci hanno costretto a stare lontani dopo 9 anni di presenza costante. Forse a luglio potrebbe aprirsi una finestra per un ritorno grazie ad un viaggio organizzato dal quotidiano Avvenire che, coraggiosamente, sta cercando di accendere i riflettori sulla situazione disperata di Haiti.
Di recente siamo stati in Etiopia con Mario Fumagalli per un corso di formazione e per capire che margini ci sono per aprire un progetto di CSI per il Mondo. In Perù, nel cuore della Foresta Amazzonica, torneremo quest’inverno per il terzo anno consecutivo. Il Brasile, dai Fidei Donum, e la Guinea Bissau, in collaborazione con il Policlinico di Milano, sono due mete che stiamo vagliando. Partire con uno zaino e un pallone è un’esperienza incredibile, che da follia è diventata sistematica realtà. Per questo chiediamo a tutti di farci un pensiero, di informarvi attraverso i nostri canali, di chiedere testimonianze dei giovani già partiti. Provate ad immaginarvi una sezione della vostra società in un paese alla periferia del mondo… Vi trovereste a vivere un’esperienza molto più grande di quella che ora potete anche solo immaginare.
Orpas, Ascot Triante, Virtus Bovisio, Spes e SDS Cinisello, hanno scelto di ritrovarsi a più di 6.000km di distanza da casa. Avete capito bene, è proprio così. Sono partite il 17 aprile per Yaoundé, capitale del Camerun, per andare ad ufficializzare loro gemellaggi all’interno del progetto di volontariato sportivo internazionale di CSI per il Mondo.
Sono stati dieci giorni indimenticabili in Africa. In rappresentanza delle società coinvolte sono partiti i presidenti di Orpas, Luca Traverso, e Ascot, Gianluca Meneghini. Con loro anche due giovani come Marzia, diciannovenne della Virtus Bovisio, ed Emanuele, ventunenne della Spes. Il gruppo ha visto anche la presenza di Sara, dell’SDS Cinisello, ormai una certezza nella sua seconda missione in Camerun. Con loro anche Rosannasempre dell’Orpas, Franco e Carmelo sempre di Ascot.
La missione è andata molto bene e ci lascia davvero soddisfatti. In dieci giorni abbiamo incontrato due Vescovi, l’Ambasciatore italiano, una senatrice camerunense, la Conferenza Episcopale Camerunense e numerose suore e missionari. Abbiamo girato per quartieri periferici per lo più nella foresta, caratterizzati da una grandissima fragilità e vulnerabilità. Orpas e Virtus Bovisio hanno siglato il loro gemellaggio con la realtà di Mvog Ada, un quartiere di Youndé caratterizzato da estrema povertà e precarietà da ogni punto di vista tanto che è davvero difficile poterlo raccontare. L’Ascot Triante da Monza ha stretto il suo gemellaggio con la realtà di Emounbo, mentre l’ SDS Cinisello con Ntui , villaggio della diocesi di Obala dove c’è un prete, Pierre Marie, africano che conosce il CSI da 10 anni . La Spes ha stretto alleanza con il collegio femminile Cepad sempre nella capitale.
Raccontare un viaggio così è impossibile, non ci proviamo nemmeno, bisogna provarlo. Noi guidati da Francis, presidente del CSI Camerun, abbiamo macinato chilometri su un pulmino sgangherato, nel traffico e sulle strade di terra rossa di questo cuore dell’Africa.
Vale la pena ricordare che non si tratta degli unici gemellaggi già attivi. In Bangladesh è presente l’Osa Sesto, e proprio tra pochi giorni torneremo da Padre Almir nella sua nuova missione con Valentina Piazza e Stefano Proserpio, che terranno un corso di formazione allenatori e programmeranno le prossime iniziative. In Madagascar c’è invece la Linea Verde insieme al Santa Cecilia. In Zambia prosegue il gemellaggio del Vittoria Junior a Lusaka. In Congo il CSI Vallecamonica è ancora collegato con la diocesi di Panzi.
In questi mesi, i nuovi giovani volontari si sono formati per partire poi in missione verso Camerun e Burundi, ed è un successo che ci riempie di gioia pensando a come, 13 anni fa, tutto questa idea sembrasse una follia. Oggi è qualcosa che prosegue sistematicamente e cresce coinvolgendo sempre più società sportive. Ora è un momento decisivo: costituiremo una fondazione per diventare definitivamente un soggetto di cooperazione internazionale. Questo progetto, a volte, ci restituisce molto di più di quel che diamoconsentendoci di vivere un’esperienza di arricchimento e cambiamento personale senza pari. Tutto questo, mentre portiamo bellezza e bene in luoghi alle periferie del mondo, dove i più piccoli hanno bisogno di speranza e prospettive, e i villaggi di trovare un riferimento importante. Lo sport può fare tutto questo, e noi ci siamo.
Oltre alla missione in prima persona, anche il gemellaggio è un’opportunità preziosa per una società sportiva, un modo per crescere, per aprirsi al mondo, per coinvolgere la propria comunità. Ora il sogno più grande che abbiamo è quello di tornare ad Haiti, da dove tutto è partito e dove abbiamo lasciato un pezzo grande del nostro cuore. Lì c’è un CSI haitiano che ci aspetta ormai da oltre quattro anni, ma le condizioni instabili del paese in mano alle bande armate, ci hanno costretto a stare lontani dopo 9 anni di presenza costante. Forse a luglio potrebbe aprirsi una finestra per un ritorno grazie ad un viaggio organizzato dal quotidiano Avvenire che, coraggiosamente, sta cercando di accendere i riflettori sulla situazione disperata di Haiti.
Di recente siamo stati in Etiopia con Mario Fumagalli per un corso di formazione e per capire che margini ci sono per aprire un progetto di CSI per il Mondo. In Perù, nel cuore della Foresta Amazzonica, torneremo quest’inverno per il terzo anno consecutivo. Il Brasile, dai Fidei Donum della diocesi di Milano, e la Guinea Bissau, in collaborazione con il Policlinico di Milano, sono due mete che stiamo vagliando.
Partire con uno zaino e un pallone è un’esperienza incredibile, che da follia è diventata sistematica realtà. Per questo chiediamo a tutti di farci un pensiero, di informarvi attraverso i nostri canali, di chiedere testimonianze dei giovani già partiti. Provate ad immaginarvi una sezione della vostra società in un paese alla periferia del mondo… Vi trovereste a vivere un’esperienza molto più grande di quella che ora potete anche solo immaginare.