Ritorno dall'Etiopia tra emozioni e riflessioni
4/2/2025
È terminata da pochi giorni la missione formativa e conoscitiva in Etiopia che abbiamo aperto con Mario Fumagalli, formatore CSI. Dalle parole di Mario abbiamo capito subito che le emozioni non sono mancate per il contatto con una realtà forse particolarmente fragile rispetto a quelle cui siamo stati abituati (Haiti a parte).
I primi giorni sono trascorsi ad Addis Abeba nella Lazarist School. «Fin dal primo giorno, abbiamo avuto l'opportunità di visitare Alemachen, un centro che accoglie bambini con gravi malformazioni, offrendo loro cure e riabilitazione gratuite -ha spiegato Mario- Un luogo di grande impatto emotivo dove si potrebbe costruire un’attività con questi bimbi che trascorrere del tempo con quei che avrebbero bisogno di una presenza costante per il gioco». Negli spazi della scuola il corso formativo è stato dedicato interamente ai docenti e agli studenti, con un focus sul Basket.
Qui che è arrivata una delle esperienze più complesse e significative del viaggio, che lascia intuire come la necessità di attività costituite e continue sia davvero necessaria per i giovani. Parliamo dei giorni ad Alemtena, nella regione Oromia. Per giungere nella Missione si attraversano corridoi di jeep con mitra spianati, e una sensazione di pericolo dovuta alla condizione precaria del paese dove sono frequenti rapimenti e guerriglie. «Il compound è un avamposto in una zona poverissima -ha proseguito Mario- C'è una parrocchia gestita da un padre molto in gamba, che ha un forte legame con alcune famiglie della comunità, e una suora filippina, autentica guerrigliera della fede, che guida una scuola con centinaia di ragazzi che arrivano dai villaggi attorno». Qui le uniche strutture sono un capo da calcio sterrato e il campo da basket. Capito cosa può portare il nostro progetto, ci è stato chiesto un aiuto per porvare a dare un riferimento ai tanti ragazzi e ragazze che vivono per strada senza alcuna meta e possibilità.
Non solo qui il nostro progetto potrebbe cambiare la quotidianità dei giovani. L’incontro con le Suore della Carità ad Addis Abeba, ci ha fatto conoscere le 1500 studentesse della scuola gestita da una Madre provinciale estremamente determinata a sostenere queste ragazze segnate da esperienze traumatiche, attraverso lo sport.
Non eravamo solo durante il viaggio, vista la preziosa guida e compagnia dell’associazione Amici di Marco, gemellata con la nostra società sportiva Fortes In Fides, che da vent’anni opera tra Etiopia ed Eritrea, investendo risorse in scuole, pozzi e infrastrutture per le comunità locali. L'associazione è nata nel 2003 su volontà della famiglia di Marco Lavadas, prematuramente scomparso, con la chiara mission di sostenere progetti per bimbi e giovani in condizioni di fragilità.
Ci sono ampi margini di lavoro con queste realtà incrociate in Etiopia, ma è essenziale capire che tipo di rapporto si possa creare affinché si colga davvero il senso di un percorso che costruisce prospettive attraverso lo sport, e non diventi solo un semplice scambio di materiali sportivi e competenze. «Il vero cuore di quello che facciano l’hanno compreso in molti, e da loro ritornerei subito domani». Ha chiuso Mario.