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CSI per il Mondo al convegno "Sport e Umanità" in Vaticano

07/10/2016

Massimo Achini al convegno mondiale su "Sport e umanità". Il discorso di apertura del Santo Padre

Presenti autorità da tutto il mondo

Dal 5 al 7 ottobre ha avuto luogo, presso la Città del Vaticano, la prima conferenza mondiale su "Sport e umanitá" promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura. Ad aprire i lavori Papa Francesco. Tra i relatori il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e il presidente del Cio Thomas Bach. Il presidente di Milano Massimo Achini ha partecipato ai lavori insieme al presidente nazionale Vittorio Bosio e al consulente ecclesiastico nazionale, don Alessio Albertini. Achini, nel corso dei seminari di questa tre giorni, ha illustrato il progetto Csi per il mondo.

Ecco cosa ci ha raccontato al suo ritorno: "Si è trattato di un evento epocale. Tra gli ospiti c'erano il segretario generale dell'Onu, il presidente del CIO, del Coni, Massimo Moratti e tanti altri... La sensazione che ho portato a casa è che non siamo soli. Durante la conferenza, ho avuto la fortuna di vivere fianco a fianco con tante persone che - nel mondo-  credono come noi nei valori educativi dello sport. Qualche esempio? Una ragazza che in Pakistan gioca e insegna a giocare a cricket ai più giovani e, per questo, è stata minacciata dai talebani; i responsabili di Inter campus nel mondo; il presidente della Homeless World Cup, il campionato del mondo dei senza tetto; una ragazza nigeriana disabile che ha raccontato come lo sport le ha salvato la vita in un paese nel quale i disabili vengono legati agli alberi...e tante, tantissime altre esperienze di realtá che hanno utilizzato lo sport per far crescere l'umanità nel mondo. Stare insieme a loro per due giorni mi ha fatto comprendere ancor di piu quanto l'impegno educativo del Csi sia qualcosa di meraviglioso e che  non siamo i soli a credere in uno sport che può cambiare la vita delle persone e la storia dell'umanitá".

 

Vi proponiamo il discorso di apertura di Papa Francesco ai partecipanti all'incontro promosso dal pontificio consiglio della cultura su sport e fede

 

Cari fratelli e sorelle,

sono lieto di accogliere voi, esponenti del mondo dello sport, unitamente alle Autorità e ai delegati di altre comunità religiose, che siete venuti in Vaticano per manifestare, come suggerisce il titolo della Conferenza internazionale, il prezioso servizio che lo sport rende all’umanità. Vi saluto tutti con riconoscenza. In particolare, saluto il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, Signor Ban Ki-moon; il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Signor Thomas Bach.

Lo sport è un’attività umana di grande valore, capace di arricchire la vita delle persone, di cui possono fruire e gioire uomini e donne di ogni nazione, etnia e appartenenza religiosa. Proprio in questi ultimi mesi, abbiamo visto come i Giochi Olimpici e Paralimpici sono stati al centro dell’attenzione del mondo intero. Il motto olimpico “altius, citius, fortius” è un invito a sviluppare i talenti che Dio ci ha dato. Quando vediamo gli atleti tendere al massimo delle proprie capacità, lo sport ci entusiasma, ci meraviglia, ci fa sentire quasi orgogliosi. C’è una grande bellezza nell’armonia di certi movimenti, come pure nella forza o nel gioco di squadra. Quando è così, lo sport trascende il livello della pura fisicità e ci porta nell’arena dello spirito e addirittura del mistero. E questi momenti sono accompagnati da grande gioia e soddisfazione, che tutti possiamo condividere, pur non avendo gareggiato.

Un’altra caratteristica importante dello sport è che non è riservato agli atleti di grandi prestazioni. C’è anche uno sport dilettantistico, amatoriale, ricreativo, non finalizzato alla competizione, ma che consente a tutti di migliorare la salute e il benessere, di imparare a lavorare in squadra, a saper vincere e anche a saper perdere. Per questo è importante che tutti possano partecipare alle attività sportive, e sono contento che al centro della vostra attenzione in questi giorni ci sia l’impegno per assicurare che lo sport diventi sempre più inclusivo e che i suoi benefici siano veramente accessibili a tutti.

Le nostre tradizioni religiose condividono l’impegno per assicurare il rispetto della dignità di ogni essere umano. Perciò è bello sapere che le istituzioni sportive mondiali hanno preso a cuore così coraggiosamente il valore dell’inclusione. Il movimento paralimpico e altre associazioni sportive a sostegno delle persone con disabilità, come Special Olympics, hanno avuto un ruolo decisivo nell’aiutare il pubblico a riconoscere e ammirare le straordinarie prestazioni di atleti con diverse abilità e capacità. Questi eventi ci regalano esperienze in cui risaltano in modo mirabile la grandezza e la purezza del gesto sportivo.

Ma in questo momento penso anche a tanti bambini e ragazzi che vivono ai margini della società. Tutti conosciamo l’entusiasmo dei bambini che giocano con una palla sgonfia o fatta di stracci nei sobborghi di alcune grandi città o nelle vie dei piccoli paesi. Vorrei incoraggiare tutti – istituzioni, società sportive, realtà educative e sociali, comunità religiose – a lavorare insieme affinché questi bambini possano accedere allo sport in condizioni dignitose, specialmente quelli che ne sono esclusi a causa della povertà. Mi fa piacere sapere che sono presenti al convegno i fondatori della Homeless Cup e altre fondazioni che, attraverso lo sport, offrono ai più svantaggiati una possibilità di sviluppo umano integrale.

Desidero segnalare anche un compito e una sfida per voi, rappresentanti dello sport e delle aziende che sponsorizzano gli eventi sportivi. La sfida è quella di mantenere la genuinità dello sport, di proteggerlo dalle manipolazioni e dallo sfruttamento commerciale. Sarebbe triste, per lo sport e per l’umanità, se la gente non riuscisse più a confidare nella verità dei risultati sportivi, o se il cinismo e il disincanto prendessero il sopravvento sull’entusiasmo e sulla partecipazione gioiosa e disinteressata. Nello sport, come nella vita, è importante lottare per il risultato, ma giocare bene, con lealtà è ancora più importante! Non dimenticatevi, tutti non dobbiamo dimenticare, quella bella parola che si dice del vero sport: sport amateur.

Ringrazio, pertanto, tutti voi, per i vostri sforzi nello sradicare ogni forma di corruzione e di manipolazione. So che è in atto una campagna guidata dalle Nazioni Unite per lottare contro il cancro della corruzione in tutti gli ambiti della società. Quando le persone lottano per creare una società più giusta e trasparente, collaborano con l’opera di Dio. Anche noi, responsabili di diverse comunità religiose, vogliamo offrire il nostro contributo a tale impegno. Per quanto riguarda la Chiesa Cattolica, essa è impegnata nel mondo dello sport per portare la gioia del Vangelo, l’amore inclusivo e incondizionato di Dio per tutti gli esseri umani.

Vi auguro che queste giornate di incontro e di riflessione vi consentano di meglio esplorare il bene che lo sport e la fede possono portare alle nostre società. Affido a Dio ogni vostra opera, ogni attesa e speranza, e di cuore invoco su ciascuno di voi la sua benedizione; e vi chiedo, per favore di pregare per me. Grazie.

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