CSI per il Mondo

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Sognare non costa nulla!

23/08/2016

Per il secondo anno mi trovo ad Haiti, ma quest'anno come responsabile dei giovani volontari. Questo ruolo mi permette di godermi la missione dall'esterno e ciò che vedo ogni mattina mi piace definirlo come un miracolo: 13 giovani che privati di ogni comfort si svegliano presto tra caldo e insetti per raggiungere i loro campi di gioco e lanciare quell'oggetto magico capace di far divertire centinaia di bambini: il pallone.
Non posso non fermarmi a pensare alla potenza di questo oggetto e a questa magia. Si può davvero arrivare ovunque con un pallone? Varcare barriere fisiche e confini ideali? Sconfiggere pregiudizi e gettare semi di speranza? Sabato siamo stati a Waf, una delle più povere bidonville della città. Il nostro arrivo è accolto da un odore acre di fogna e spazzatura. Dobbiamo fare attenzione a camminare tra macerie e immondizia che viene utilizzata per delimitare la zona impedendo lo straripamento del fiume. Tra i vicoli strettissimi sorgono baracche fatiscenti; qualche donna allatta seduta per terra mentre cani e maiali le passano accanto. Un uomo riposa per strada su un giaciglio di fortuna, un altro sintonizza la radio sul big match di calcio olimpico Brasile-Germania. È la voce del telecronista a riportarmi al presente e a farmi realizzare che no, non sto vivendo un incubo, questo posto al limite della condizione umana esiste davvero. Mi guardo intorno, tra le lamiere che costituiscono le pareti delle baracche, spuntano ogni tanto occhi vispi, denti bianchi e mani tese per un "batti 5". Eccoli i piccoli abitanti di queste "case". Che futuro avranno? Cosa si può fare per loro? Camminando ci imbattiamo in un campo circondato da un rete rotta in più punti. Nel mezzo, travi che potrebbero essere delle porte da calcio e ai lati copertoni di gomme d'auto come spalti. E allora si accende la speranza: possiamo portare anche qui un po di felicità attraverso lo sport?!?! Ne parlo con Valentina che mi dice che qualche anno prima si era pensato di concretizzare questa idea ma non era stato possibile perché i capi delle bande criminali del posto non avevano dato l'ok e sarebbe stato troppo pericoloso per dei "blanc" (bianchi) fare attività. Mi si spezza il cuore. Come può una cosa così innocua come lo sport essere fermata da delle bande criminali? Come si può impedire a dei bambini di giocare ed essere felici? Sono arrabbiata e infastidita, ma se sono tornata ad Haiti è perché mi piace sognare e allora sogno che un giorno CSI per il mondo possa arrivare in maniera stabile anche qui.
 
Gaia Buoli

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